Nel contesto della blockchain, spesso si sente parlare di “notarizzazione” e “tokenizzazione” come due possibili approcci per validare, certificare o trasferire informazioni in modo immutabile.
- Notarizzazione: si concentra sulla prova di esistenza e immutabilità di un file o documento, tramite la scrittura di un’impronta (hash) su blockchain.
- Tokenizzazione: estende questo concetto, creando un “token” che rappresenta il documento (o un asset) all’interno della blockchain, abilitando una serie di funzionalità aggiuntive come la tracciabilità di proprietà e la possibilità di trasferire o aggiornare dati in maniera integrata.
Nei paragrafi che seguono, vediamo in dettaglio i due approcci e i loro vantaggi e limiti.
Cos’è la notarizzazione su blockchain?
La notarizzazione su blockchain è un processo che consente di dimostrare l’esistenza, l’immutabilità e l’autenticità di un file (ad esempio un PDF, un’immagine, un documento di testo) grazie a queste fasi:
- Calcolo dell’hash: si prende il file e, attraverso un algoritmo crittografico (es. SHA256), si genera un’impronta univoca detta hash.
- Scrittura in blockchain: si registra l’hash all’interno di una transazione su una blockchain pubblica (es. Algorand, Ethereum, Bitcoin).
- Marca temporale (timestamp): la transazione è datata dal blocco in cui viene inserita, garantendo una prova di esistenza a partire da quella data.
- Prova di paternità: chi invia la transazione utilizza il proprio “wallet” (l’indirizzo di blockchain) per firmarla. Se so chi controlla quel wallet, posso associarne la paternità.
Cosa si ottiene?
- Prova di esistenza: il file esisteva esattamente in quel momento.
- Prova di immutabilità: se il file venisse modificato, l’hash sarebbe diverso.
- Prova di paternità: chi ha effettuato la transazione è titolare dell’indirizzo/wallet.
Limite: per aggiungere ogni nuova informazione o firma, è necessario creare una nuova transazione che includa di nuovo l’hash. Questo rende il processo di “aggiornamento” o multi-firma un po’ più macchinoso.
Cos’è la tokenizzazione?
La tokenizzazione consiste nel rappresentare un documento o un asset come un token (ad esempio, un ASA – Algorand Standard Asset – nel caso di Algorand) sulla blockchain. Invece di memorizzare solo un singolo hash in una transazione, si crea un vero e proprio “contenitore” di informazioni, corrispondente a un token unico.
Punti chiave:
- Creazione di un token (asset) collegato al file o asset “fisico/digitale”:
- Il token contiene i metadati essenziali (hash del documento, descrizione, nome, ecc.).
- Gestione di più eventi/firme in un unico asset:
- Tutte le operazioni (aggiornamenti, firme, passaggi di proprietà) avvengono nel lifecycle dello stesso token.
- Trasferibilità e scambiabilità:
- Questo token può essere trasferito a un altro wallet in modo nativo sulla blockchain, facilitando la “circolazione” dell’asset/documento certificato.
- Tracciabilità:
- Ogni firma o modifica “viaggia” con il token, semplificando la ricostruzione dell’intera cronologia in un unico flusso.
Vantaggi:
- Fluidità: non occorre creare una nuova transazione “da zero” ogni volta che cambia qualcosa; il token ingloba l’intero percorso di firme o aggiornamenti.
- Possibilità di monetizzare e scambiare: se l’asset digitalizzato acquisisce valore (es. un certificato, un contratto, un NFT), è più facile gestirne la proprietà.
- Scalabilità funzionale: si possono implementare meccanismi di governance, gestione di permessi, passaggi di proprietà, e via dicendo, in modo integrato.
Limite:
- Costi e complessità leggermente superiori: creare e gestire un token potebbe richiedere (ad esempio su Algorand) un minimo di disponibilità (minimum balance) per l’indirizzo che lo detiene. Inoltre, è una struttura più articolata rispetto alla singola transazione di notarizzazione.
Differenze principali tra notarizzazione e tokenizzazione
Aspetto | Notarizzazione | Tokenizzazione |
Obiettivo | Fornire prova di esistenza e integrità del file | Rappresentare il file (o asset) come un token con un lifecycle completo |
Come funziona | 1 hash + 1 transazione in blockchain | Creazione di un token/asset, con metadati e transazioni relative |
Aggiornamenti | Ogni nuova firma o modifica genera una nuova transazione separata | Tutti gli aggiornamenti sono tracciati all’interno dello stesso token |
Trasferibilità | Non nativa. È una semplice registrazione di hash | Nativa: il token può essere inviato tra wallet diversi |
Uso tipico | Certificare l’esistenza di un documento (es. contratti, testamenti) | Gestire e tracciare asset con possibili passaggi di proprietà, multi-firma, scambi di valore |
Costi/Complessità | Di solito più bassi e semplici (1 transazione) | Più alto (costo e complessità) ma con maggiori funzionalità |
Da qui si evince che la Notarizzazione e tokenizzazione si basano su principi simili (la scrittura di informazioni in blockchain) ma rispondono a esigenze diverse.
La Notarizzazione è perfetta per chi vuole semplicemente una prova di esistenza e integrità di un file in un determinato momento.
La Tokenizzazione è invece più adatta quando si desidera un contenitore evoluto, in grado di gestire firme multiple, passaggi di proprietà e aggiornamenti continui.
Da un punto di vista operativo, la tokenizzazione comporta un maggiore impegno iniziale, ma offre potenzialità superiori (specie in ambito enterprise o nelle pubbliche amministrazioni che devono gestire flussi documentali più complessi).
Applicazioni pratiche: dal singolo documento alle filiere complesse
Notarizzazione: quando basta una singola certificazione
- Prove di paternità su contratti e documenti legali: ad esempio, un contratto tra due parti può essere “notarizzato” su blockchain per attestare data di creazione e contenuto originale.
- Tutela del diritto d’autore: chi crea un’opera (foto, testo, progetto grafico) può dimostrare di esserne autore depositandone l’hash in una transazione.
- Conformità legale “una tantum”: la notarizzazione è perfetta quando non è necessario seguire ulteriori step (più firme, più passaggi) e si vuole soprattutto una prova di esistenza/immutabilità a basso costo.
Tokenizzazione: quando serve un contenitore “vivo”
- Firme multiple su uno stesso asset: immagina un contratto di lavoro che richiede la firma sequenziale di diverse figure (azienda, dipendente, consulente del lavoro, università nel caso di tirocinio). Con un token, ogni firma viene tracciata in modo organico all’interno dell’asset, anziché creare tante “notarizzazioni” separate.
- Accesso a servizi finanziari o vantaggi aggiuntivi: se il token diventa un “documento-valore” (es. rappresenta uno storico professionale, un certificato di garanzia, un progetto di real estate), può sbloccare funzioni di credito, passaggi di proprietà o scambi sul mercato secondario.
Tracciabilità nelle infrastrutture: per un progetto come la “certificazione di cartelli stradali” (PA, gestori di reti di trasporto, ecc.), ogni segnale/certificato potrebbe avere un proprio token che ne conserva lo “storico di manutenzioni” o revisioni.
Strumenti e piattaforme esistenti
- Dedit (by Blockchain Italia): focalizzata soprattutto sulla notarizzazione di file. Consente di calcolare l’hash di un documento, registrarlo su Algorand (o altre blockchain), ottenere la marca temporale e verificare la firma digitale dell’utente. È l’esempio classico di notarizzazione rapida e intuitiva.
- Toknox (by Blockchain Italia): pensato per la tokenizzazione di documenti, con la possibilità di creare un asset (token) su Algorand, inserire metadati (nome documento, hash, descrizione) e gestire iter di firma multipla e flussi di validazione. È più complesso rispetto a una sola transazione di notarizzazione, ma abilita processi e scenari d’uso più evoluti.
- Altri esempi di piattaforme e servizi (Notarify, Vottun, ecc.) operano su blockchain differenti (Ethereum, Bitcoin, Polygon), ciascuna con pro e contro a livello di costo, velocità, scalabilità.
Implicazioni legali e valore probatorio
Riferimenti in Europa (Regolamento eIDAS)
- Notarizzazione su blockchain: in Europa, la valenza giuridica dell’uso di una blockchain per “dare data certa” a un documento è stata riconosciuta da vari orientamenti normativi (es. Decreto Semplificazioni in Italia). L’idea è che, se posso dimostrare in modo affidabile che un file era già “esistente” a una certa data (marca temporale), la blockchain funge da fonte di prova.
- Firma Elettronica Avanzata (FEA) e Qualificata (FEQ): la blockchain può integrarsi con sistemi di firma elettronica conformi ad eIDAS, dando un doppio livello di sicurezza (sia la firma riconosciuta dalla normativa UE, sia l’immutabilità della blockchain).
Differenze a livello di “catena di custodia”
- Notarizzazione classica: ogni step è una transazione distinta. Se devo dimostrare l’intero percorso (multi-firma), devo raccogliere diverse transazioni sparse nella blockchain.
- Tokenizzazione: l’intero ciclo di vita è racchiuso nell’asset. Per un giudice (in teoria) potrebbe essere più lineare verificare tutti i passaggi. Tuttavia, occorre considerare se e come la normativa nazionale o europea riconosce la tokenizzazione come sistema di attestazione “a valore legale”.
Pro e contro in breve
Notarizzazione
- Pro: semplice, costo basso, immediata per prove di esistenza e integrità.
- Contro: gestire più firme e modifiche richiede più transazioni separate. Non è “nativamente” trasferibile.
Tokenizzazione
- Pro: perfetta per flussi documentali complessi (multi-firma), passaggi di proprietà, integrazioni con servizi finanziari/terze parti.
- Contro: richiede una struttura un po’ più sofisticata, costi leggermente superiori
Conclusioni e scenari futuri
La notarizzazione e la tokenizzazione non si escludono a vicenda:
- In alcuni casi, “basta” dimostrare che un file esisteva a una certa data (es. un report di R&S, un brevetto in elaborazione, un progetto creativo).
- In altri, serve un “documento-asset” dinamico, scambiabile, che traccia in modo organico la storia di firme, validazioni e trasferimenti; qui la tokenizzazione offre opportunità enormi.
Con l’avvento di soluzioni come Toknox e l’integrazione con standard internazionali (ex. eIDAS, ISO), la blockchain si candida a diventare sempre più centrale nei processi di firma digitale, certificazione e persino gestione documentale in ambito pubblico e privato. Man mano che le normative si adatteranno, assisteremo probabilmente a un aumento di casi d’uso “token-centrici” (dai contratti di lavoro al real estate tokenizzato, fino alla tracciabilità di infrastrutture o di prodotti su filiere globali).
Riferimenti e approfondimenti
- Toknox: [Sito ufficiale in aggiornamento] per scoprire la piattaforma di tokenizzazione su Algorand.
- Dedit: [www.dedit.io] per testare la notarizzazione su Algorand, Ethereum, ecc.
- Algorand Foundation: [www.algorand.foundation] per conoscere la tecnologia “Pure Proof-of-Stake”.
- Regolamento eIDAS: [EIDAS – EU Regulation 910/2014] per comprendere come la firma elettronica avanzata e qualificata sia disciplinata in Europa.
Blockchain Italia
Blockchain Italia è la software house leader in Italia nel settore web3 e blockchain, che offre consulenza, servizi e prodotti in tutte le aree di applicazione della tecnologia blockchain.
Premiata con il Top of the PID nel 2020 e con l’MF Innovazione Award nel 2023 per la piattaforma di notarizzazione Dedit.io, Blockchain Italia è stata protagonista del lancio di Folks Finance, protocollo di Finanza Decentralizzata leader su Blockchain di Algorand ed è inoltre proprietaria del format Blockchain Forum Italia, evento annuale che, dal 2018, riunisce professionisti e aziende del mondo blockchain e fintech. Dal 2023 è tra i progetti selezionati dall’European Blockchain Sandbox della Commissione Europea.
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